sabato 5 aprile 2008

Il silenzio blu

sabato 5 aprile 2008

Vede signora, è tutto questo. Tutto questo rumore. Per nulla poi! Qua si discute se il cavallo di Napoleone era più bianco della candeggina; litigi, bisticci, lotte tra razze, pesci di tutti i tipi che nuotano nel buio più totale. Non vedono proprio un accidente! Neanche se ci sbattessero contro se ne accorgerebbero.
Sono un po’ stufo di queste chiacchiere. Insomma, le pare che mi faccia coinvolgere in queste bambinate? Ma certo che no. Ecco, vede, qui non c’è nessuno che ascolta, sentono e basta, e ascoltano quello che vogliono ascoltare. Ma il bello è che poi ti riempiono con un fiume di parole, una cascata di frasi, una più uguale dell’altra. E tu devi starli ad ascoltare, perché poi succede il finimondo. Intanto le parole perdono di significato, diventano qualcosa di cui liberarsi.
Ma le parole sono magiche. Non vanno buttate via così.
Ah, signora mia. Il silenzio lo sanno usare solo in pochi per dire qualcosa. Per molti è solo una pausa. Sa, per riprendere fiato, risparmiare le forze per il prossimo conato di parole.
La domenica io mica vado a messa, a sorbirmi qualche altra chiacchiera. E poi, dannazione, io faccio il mestiere che ha le parole più brutte del mondo! L’avvocato! Usucapione, debito, prelazione, anticipo, violenza carnale, danni morali, responsabilità patrimoniale, assassinio, concorrenza, illecito, abusivo, garanzia, rescissione.
No, no. Vado al mare.
Sa, c’è una bella spiaggetta, incastonata tra gli scogli, lontana dalle folle. Una perla. La sabbia è fina fina. Alle spalle ci sono le rupi che scendono a strapiombo, che in cima sono incoronate da arbusti e fichi d’india. Ma le cose più straordinarie sono sottacqua!
Tuffarsi è meraviglioso. Un rito di passaggio, dalla terraferma al liquido mondo alieno. Non c’è più la gravità e mi muovo in tutte le direzioni. I rumori sono attutiti ed ovattati. E io nuoto, vago per i fondali, tra gli scogli e le alghe, mentre esseri di tutti i tipi mi passano accanto. E poi guardo in fondo, verso l’orizzonte, e il blu diventa acceso, intenso, profondo.
Laggiù regna il silenzio. Il silenzio blu.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Incipit chiassosa e finale da sipario: questo è ciò che stilisticamente mi ha colpito di più. Ho sentito proprio il cambio di prospettiva, con la vista e l'udito. Inutile dire che nell'avvocato mi ci sono anche un po' ritrovata. Ma chi non ha a che fare tutti i giorni con il peggio della vita? Basta saper guardare oltre, o semplicemente un po' più in là, e scrutare quel profondo blu che tanto ci dà pace.

 
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