lunedì 26 gennaio 2009

Discorso sull'arte passando attraverso la sincerità e la pornografia

lunedì 26 gennaio 2009

Siamo schiavi del nostro Io, che ci racchiude in una statua d’avorio dalla quale ci muoviamo ma non agiamo, vediamo ma non guardiamo, sentiamo ma non ascoltiamo.
Questo Io lo serviamo e ne facciamo il nostro re. Ma il re non è umano, il re è un mezzo dio. E’ sua altezza, non è alla nostra altezza.

Per questo la cosa più difficile per un essere umano è essere umano. I nostri pensieri tendono sempre verso un innalzamento ed un riconoscimento esteriore del nostro Io. Non dunque verso l’atto autentico, ma attraverso azioni mediate. Quando siamo veramente nudi? Quando ci diamo veramente? Quando non c’è il nostro Io, la nostra identità.

Che noia l’identità! Essere uguali a se stessi. Identità deriva da idem, che vuol dire “stesso”, “medesimo”. Che tortura sarebbe essere sempre uguale a me stesso, pensare sempre alle stesse cose e allo stesso modo. Non è follia. L’uomo non ha bisogno di arbitrio e casualità ma di libertà, ovvero di essere connesso con la volontà.

La mia ricerca di verità mi ha portato al paradossale, come potete vedere. Ho ansia di sincerità e di regalare, nella nudità più assoluta.
Che siano gli attori porno i veri unici artisti? Ovvero coloro che hanno rappresentato la vita e la morte nel modo più autentico? Tanto autentico e vero che è uscito fuori dai confini dell’arte.
E l’arte cos’è quindi? L’arte è una patina, una pellicola, un velo, un lenzuolo. L’arte è il non dire. La differenza tra la pornografia e l’arte è che l’arte è allegoria mentre la pornografia no. Ma entrambe rappresentano la stessa cosa: la vita e la morte.

L’arte è dunque sempre allegorica. Non è mai solo ciò che rappresenta superficialmente. Vi è sempre qualcosa sotto il velo. Un sottotesto, una narrazione nascosta.
E’ l’arte in tutte le sue varianti che ha davvero reso l’importanza fondamentale del significante, e non del significato.
Significante e significato formano un segno. Il significante è la forma, il contenitore, mentre il significato è il contenuto del segno.
Nella vera opera artistica non ha alcuna importanza cercare un significato. Il significato è una cosa data, fissata, ferma. Dunque passata, già morta. Lo suggerisce d’altronde anche il suono, in –ato. Il significato è participio passato, il significante è participio presente.
L’arte ha elevato come oggetto di studio il significante, la forma. Vi si è rivolta con attenzione scientifica e disciplinata.

Il significante è ciò che usa l’artista come potente strumento allegorico perché i significati si dispieghino ed esplodano ininterrottamente dalla sua opera e la attraversino come un fiume, e poi dei significati ognuno ne faccia quello che vuole. Non ci sono certezze nel significante, come non ce ne sono nell’arte. L’arte è possibilità, è un grande “se” dalla quale incertezza nasce il movimento e la vita. E’ il significante che da vita. L’arte è vitale, ed è sempre viva. Per questo è immortale.

Ecco perché voglio che la vita scorra attraverso me e non una parola esca fuori dalla mia bocca che non sia detta col sangue, la merda e lo sperma.

10 commenti:

io ha detto...

Uau...ho dovuto tirare un gran respiro :-). Bello, molto.

Da più tempo mi chiedo dove sia quel limite che mi consente di dire: << stop! Qui è arte>>.
Se ti ricordi, circa un anno fa, qualche sedicente artista ha gettato un barattolo i vernice rossa nella fontana di Trevi. All'inizio ho provato repulsione, poi mi sono accorta che continuavo a guardare interessata. Non era più un atto vandalico, si stava tasformando in spettacolo. Chissà se oggi l'arte richieda di essere vista come "show".
Una categoria spiazzante, insomma. Ma ciò che è spiazzante è sincero abbastanza? Ciò che è paradossale, ciò che è assurdo mi dice il vero?
Forse è necessario un lieve fash-back.
Cosa intendi per sincerità? Sincerità come verità? Pensandoci su, credo che la sincerità sia connotata moralmente...forse la verità è più una questione etica. Ma l'etica è questione di carattere e costume. Ma la morale cambia come cambia l'etica. Cosa intendi precisamente per sincerità?

io ha detto...

la morale cambia a seconda dell'etica...

Francesco, Lucio ha detto...

Rifiuto assolutamente l'idea di arte come show, sarebbe un avvilimento della stessa...
Se uno vuole fare show basta che si metta a camminare nudo per strada, non è difficile.

Per quanto riguarda lo spiazzamento, certamente un'opera che non ti spiazza almeno un pò non credo che possa essere definita veramente artistica. L'importante è che non sia lo spiazzamento per il semolice gusto dello spiazzamento. L'arte è allegoria...

Sincerità: sono sincero quando non sono mediato dal mio Io, e dunque dagli altri. Quando pensiero e azione sono la stessa cosa.

E questo può andare contro la morale, ma può essere etico. In quanto etico è anche estetico.
Non so se mi sono spiegato...

io ha detto...

Certo.
Completamente d'accordo.
Circa lo show: to show vuol dire mostrare. Credo che l'arte contemporanea stia prendendo questo indirizzo. Pensa alla body art o alle varie performance.

io ha detto...

Pardon: ciò che non è morale può essere estetico. Ciò che è estetico è sicuramente etico.

Francesco, Lucio ha detto...

Io intendevo lo show per come viene inteso di solito in italiano, non il verbo inglese.

L'arte è sempre stata mostrare, altrimenti non può essere concepita. Ma quando uno mostra nasconde anche qualcos'altro. E il sottotesto di cui parlo: mostrare il significante per far scorrere i significati...

Come vedi nell'arte c'è estetica ed etica.

Jessica ha detto...

L’uroboro inscritto in quel avatar mi distrae un po’, cerco comunque di commentare questo interessantissimo post.
Se siamo schiavi del nostro Io significa che un Io esiste.
Amo la nudità e amo anche la verità, anche se quest’ultima è più coperta che spoglia… sarà camuffata proprio perché è a conoscenza del mio Io.
L’arte è umana, è la filosofia muta, è palpabile... l’arte è un’altra “lei” di cui senza non potrei vivere.
Domanda.
“Ecco perché voglio che la vita scorra attraverso me” ti riferisci al teatro?
“che non sia detta col sangue” ti riferisci ad esempio all’artista Gina Pane, la quale sbrindellava la sua pelle nelle sue performance?
“…la merda” ad esempio alla sublime cacca di Piero Manzoni?
“…sperma” foto di donne su cui Philippe Meste eiaculava?
Te lo chiedo perché finita la lettura mi è stupidamente saltata in mente l’aforisma di Nietzsche, ma sciancata un po’ (perdonami):
“L’arte è morta. L’arte resta morta. E noi l'abbiamo uccisa. Come potremmo sentirci a posto, noi assassini di tutti gli assassini? Nulla esisteva di più sacro e grande in tutto il mondo, ed ora è pesto e lacero sotto le nostre ginocchia: chi ci ripulirà dal sangue? Dalla merda? Dallo sperma? Che acqua useremo per lavarci? Che festività di perdono, che sacro gioco dovremo inventarci? Non è forse la grandezza di questa morte troppo grande per noi?”
Comunque a mio parere l’arte non è ancora morta, anche se a Leonardo di ser Piero gli verrebbe un attacco di cuore se vedesse la maggior parte di queste prestazioni che di arte hanno solo il nome.
Sempre a mio avviso la coscienza ci mostra la nostra esistenza fuori dal ciclo eterno e così aneliamo all’immortalità, non è interamente colpa nostra, poichè siamo umani, ma lo è anche di quella statua d’avorio, che a me pare assomigli più a un feretro di frassino.

Francesco, Lucio ha detto...

Anch'io amo la nudità e la verità, a tal punto che le odio, anche...

Nietzche diceva, correggendo Descartes, "cogito ergo est".
L'esperienza di noi stessi deriva da quello che è altro da noi. C'è sempre uno scarto. Ci sono sempre due cose, che tuttavia sono inscindibili.
In un film di Tarkovskij (Nostalghia) ad un certo punto campeggia la scritta "1+1=1". (Chissà, magari prima o poi scopriremo che la matematica ha fallito...)

Io non esisto ma ci sono, insomma. Penso dunque c'è. Non sono un soggetto ma un oggetto. L'Io di cui tanto si parla è un buco, un vuoto.

Per quanto riguarda l'arte: si, per me stesso parlo del teatro specificatamente, ma in realtà credo che il discorso sull'arte che faccio possa essere esteso a tutte le arti.

O meglio, le Arti. Perchè l'arte è sempre esistita, ma è sempre stata morta. Perchè l'arte è statale, colonizzata, già detta. L'Arte invece è viva è si rinnova perchè va oltre i significati.
Mi fanno ridere/incazzare quelli che interpretano, per esempio, "Waiting for Godot" dicendo che Godot rappresenta Dio, piuttosto che la morte, la felicità, l'infelicità, ecc. Così uccidono Godot.

Per quanto riguarda il sangue, la merda e lo sperma, quelle sono allegorie.
Se in uno spettacolo mi scopassi una tipa eiaculandogli addosso sotto gli occhi degli spettatori (o mi tagliassi un braccio, ecc.)non ci sarebbe più l'allegoria. A meno che il mio eiaculare non voglia essere il significante per altre cose...

Più che altro in questo caso l'attenzione e lo scandalo sarebbero talmente scioccanti che attirerebbero tutta l'attenzione su quell'azione lasciando perdere l'opera complessiva, quindi sarebbe molto difficile fare una cosa del genere e renderla artistica. Senza contare il fatto che non ho voglia di tagliarmi un braccio...

Jessica ha detto...

Caspiterina... vai a letto tardi te!!
Mi hai fatto ragionare:
Cogito ergo est
ossia
penso, e quello che penso è.
Si parla quindi del frutto di un’attività intrinseca personale in cui l’1 diventa più di 1 ma resta sempre 1 (poiché 1+1 sono inscindibili e perciò una cosa sola).
Siamo il vuoto
ma il vuoto senza il corpo è il niente (ammetto di essere un po’ aristotelica)
quindi non può esistere… da ciò deduco che
se l’Io è un buco
per esistere, c’è qualcosa all’estremità di esso…
e io desidero tanto vedere oltre quella parte estrema!!
Penso:
l’uomo constata l’impossibilità logica di porre limiti all’universo
eppure, come riteneva Keplero, è inconcepibile per l’uomo immaginare l’infinito.
Quuuiiiindiiii
non cogito ergo non est
l’infinito non esiste :p

Sinceramente vedo più allegoria nell’Arte, nella Verità e nella Morte che nel sangue.
Ricordo che quand’ero scenografa, e lavoravo anche per i teatri, avevo realizzato più di una volta dei fondi imbrattati di sangue… sperma e merda nemmeno l’ombra (per fortuna), comunque il sangue l’ho spesso percepito più come simbolo della devozione, dell’eros, della concessione… ma presumo che ognuno abbia il suo “teatro” in testa. Forse sangue, merda e sperma assomigliano più alla concezione di bellezza, in cui i parametri dell’oggettività e della soggettività si perdono in essa.

Con estrema calma e oculatezza leggo il tuo blog e (non per sviolinare) permettimi di dirti che tramite le tue parole dimostri di essere un ragazzo molto interessante oltreché affascinante ;)

Francesco, Lucio ha detto...

Eh si, vado a letto tardi. Anche perchè ho spesso le prove che finiscono verso le undici e mezza (anche dodici) e ancora non ho cenato!

...

Credo che vedere oltre i limiti del buco sia praticamente impossibile, visto che il buco è l'Io: come un occhio che guarda se stesso.

Non so se ho capito bene perchè l'infinito non esiste. Sicuramente non esiste entro i confini del "cogito".
Sicuramente non è pensabile, ma è forse possibile giungere ad esso nell'abbandono: cioè quando non c'è più coscienza, ne un io ne un tu.
Ma naturalmente non lo sapremo mai, perchè nell'abbandono noi non ci siamo...

Tornando ai prodotti del nostro corpo, ripeto che non mi riferisco ad essi in quanto tali. Le cose in quanto tali non sono molto interessanti, si esauriscono subito.

Io uso quelle parole per scagliarmi contro la vita puttana che non vive pienamente e non merita nulla. Contro la vita già morta.
Ma non per scandalizzare, ma perchè è la nudità ed il darsi completamente che manca. Chi si scandalizza di fronte alla parola sperma mi ha stufato ed è stufato, è uno stufato pronto ad essere mangiato.

...

Non sviolinare, i leccaculo non sono benvenuti! :P
Grazie mille per i complimenti!
Come hai capito, tento con tutti i miei sforzi di andare oltre le parole scritte, che sono la morte del mio orale.

Ricambio, perchè il tuo spazio mi è piaciuto molto e voglio anch'io leggerlo con la dovuta attenzione.

Quindi hai fatto la scenografa! Ci vuole arte anche in quello... :)

 
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